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venerdì 21 marzo 2014

Itinerari escursionistici nella Riviera dei Fiori: la Via del Sale

Una via del Sale percorsa da
cicloamatori, da https://limone-on.
La via del Sale e dei briganti - Nel cuore delle Alpi Liguri, lungo il crinale che separa la pianura dal mare, si sviluppa uno dei tracciati della «Via del Sale», così chiamata per il prezioso minerale trasportato per secoli a dorso di mulo attraverso questi monti. Va ricordato che il sale, elemento base dell'alimentazione umana e animale, è stato nei secoli più prezioso dell'oro, tanto che le piste del sale hanno costituito le grandi strade commerciali dell'antichità, in Europa così come in Asia e in Africa.
Anche a Limone Piemonte il commercio di questa materia prima ha assunto grande importanza per via della posizione geografica del Piemonte, dominio di Casa Savoia, circondato per una metà dalle Alpi e senza alcun sbocco verso il mare dall'altra. La Liguria, fino alle guerre napoleoniche territorio della Repubblica di Genova, dominava sui territori dal Colle di Tenda al mare, ragion per cui i traffici provenienti da Torino e Cuneo facevano generalmente sosta a Limone dove avveniva il cambio delle bestie da soma e da traino e dei relativi conducenti, per poi proseguire verso il Colle di Tenda, che fin dall'antichità ha rappresentato una delle poche vie di collegamento tra la pianura piemontese e il mare. Le carovane proseguivano poi verso il Colle della Boaria e, attraverso la regione delle Carsene e il Colle dei Signori, proseguivano in direzione di Monesi e del successivo Passo di Tanarello.

La via del Marenga attraversa il Parco delle
Alpi Liguri, da Limone Piemonte attraversa
il Passo di Tenda e il Passo di Tanarello
fino a giungere al mare a Ventimiglia.
Tale caratteristico percorso mulattiero, pur superando quote assai elevate, si manteneva abbastanza in piano, senza presentare fastidiosi saliscendi ed era conosciuto nel periodo ducale dei Savoia anche come «Via Marenga» (cioè che portava al mare). Già citata in due documenti dell'anno 1207, la Via Marenga ha quindi almeno 800 anni e può considerarsi una delle più antiche vie del sale. Il nome stesso di Colle delle Selle Vecchie è probabilmente la deformazione dal francese “Col des Sels Vieils” (colle dei vecchi sali) oppure “Col des Sels, le vieil” (il vecchio colle dei sali).
Una mulattiera trasformata
in strada militare.
Dalla strada si diramavano numerose vie secondarie, sentieri e scorciatoie, che servivano a deviare i carichi di sale verso le varie destinazioni. La stessa strada era percorsa da numerosi contrabbandieri, povera gente che cercava di trarre qualche guadagno per il sostentamento della famiglia commerciando clandestinamente la preziosa materia prima. Le gole, i crocevia e gli anfratti che si trovano numerosi lungo tutto il percorso erano propizi ai numerosi agguati dei briganti, che depredavano del carico i mulattieri: sul Colle dei Signori, dietro l'attuale Rifugio Don Barbera, vi sono ben sette grotte, fra cui l'Abisso Saracco e l'Abisso Volante che, con il loro rispettivi 507 e 342 metri di profondità, offrivano un sicuro riparo ai briganti. Prima della seconda guerra mondiale era particolare dovere degli alpini del I Reggimento mantenere nelle migliori condizioni di viabilità la mulattiera, specialmente lungo il tratto Colle della Boaria - Passo di Tanarello. Il compito fu svolto con tanta cura che ancora oggi il tracciato può essere percorso da fuoristrada solidi e non molto ingombranti. Questo itinerario consente quindi di seguire una pista che si snoda in quota, circondato da uno scenario fra i più spettacolari e selvaggi delle nostre Alpi Liguri e Marittime, sull'antica «Via del Sale» tra i fischi delle marmotte e il cozzare delle corna degli stambecchi in amore.

Percorso settentrionale della via Marenga.
Il colle di Tenda, cenni storici - Il Colle di Tenda, anticamente noto come Monte Cornio, è il valico alpino che separa le Alpi Liguri dalle Marittime ed è il passaggio meno elevato del lungo spartiacque che costituisce la frontiera naturale tra la Francia e l'Italia. La sua sommità divide la valle del Roya a sud con quella del Vermenagna a nord. Già identificato come un punto di delimitazione tra la Gallia Cisalpina e la Gallia Narbonense durante la Repubblica Romana, il Colle di Tenda trova la prima menzione su un documento storico nel 1178.1 sentieri che i mercanti di sale diretti in Piemonte e che i pellegrini diretti a Santiago de Compostela batterono durante l'intero Medioevo videro il primo tentativo d'ampliamento nel 1614, quando il duca Carlo Emanuele I di Savoia iniziò i lavori per un traforo che avrebbe dovuto rendere più sicuro l'attraversamento del valico rispetto alla pista di superficie. I lavori terminarono dopo i primi scavi, per mancanza di fondi. Nella seconda metà del Settecento, il re di Sardegna Vittorio Amedeo III diede nuovo impulso ai traffici che passavano dal monte tentando di riavviare i lavori per il tunnel, seguendo ciò che era stato fatto nel secolo precedente: eppure, nemmeno Vittorio Amedeo riuscì a consegnare un traforo ultimato. Ciò che rimane degli scavi è tuttora visibile, a quota 1750 m, lungo una deviazione della strada a valle del versante italiano del colle: un antro buio e freddo, di forma biforcuta (gli scavi andarono in un senso durante il XVII secolo e in un altro nel secolo successivo), oggi impropriamente noto ai valligiani come Galleria di Napoleone. Per rendere l'itinerario in superficie completamente carrozzabile, nel 1780 fu dato inizio ai lavori che vennero conclusi nel 1792, quando si inaugurò il percorso che prese il nome di «Strada Reale», quasi del tutto simile all'odierna rotabile. Fu la prima strada carrozzabile costruita sopra un passo alpino che, ampliando e rendendo sicuri i sentieri che secoli di carovane avevano tracciato sulla montagna, era «larga in alcuni punti 18 metri e ridotta quasi in piano da Limone per 45 miglia fino a Nizza» (iscrizione murata presso il Colle e devastata nel 1794 dalle truppe francesi). Per evitare le grandi spese di manutenzione ed eliminare definitivamente inconveniente dell'interruzione invernale del traffico, fu costruito, nel 1882, il Traforo Stradale del Colle di Tenda, 3.155 metri di galleria illuminata con lampade a petrolio, che passa esattamente sotto il Forte Centrale e abbrevia il percorso di circa 13 km. Nel 1898 fu ultimato anche il traforo ferroviario, molto più lungo di quello stradale (8.099 m) e a esso parallelo. La costruzione della galleria ha determinato la perdita d'importanza del colle, che oggi mostra nella quiete alpestre segni di un passato, se non burrascoso, in ogni caso movimentato. Oggi la strada che si inerpica sui due versanti del Colle di Tenda, segnandolo in modo evidente da duemila anni, è percorribile comodamente in auto nel periodo estivo. Sul versante italiano la rotabile asfaltata si eleva da Limone a quota 1.400 metri. Nelle prime curve si può notare un cippo di confine che porta l'iscrizione «Colle di Nizza e Cuneo - 1838»: qui era posto, fino al 1945, il confine tra i comuni di Limone e Tenda. Verso quota 1.500 m., una diramazione secondaria della strada si addentra nello stretto Vallone Cabanaira, nel quale sono ancora visibili le tracce del primo progetto di un tunnel stradale, noto come Galleria di Napoleone, di cui si è parlato in precedenza. Si transita quindi presso le rovine della casa cantoniera Feida (1.558 m), e dopo 6 km di tornanti si raggiunge la sommità del costone a quota 1.804 m., dove dal 1947 è posto il confine italo-francese. Grandioso il panorama che spazia su tutto l'arco alpino. Sul versante francese si percorre una spettacolare strada sterrata che parte dall'imbocco sud del tunnel stradale, caratterizzata da 48 lunghi tornanti d'estrema bellezza panoramica sulla Valle Roya, raccomandabili in fuoristrada. Si trova su questo versante, nei pressi della pietra miliare del km. 15 (distanza dalla Cantina del Bragard), il più noto dei ricoveri per viaggiatori, chiamato «La Ca'». Costruito per volere del duca di Savoia Carlo Emanuele I, era un antico ricovero con ampia chiesa dedicata alla S.S. Trinità. Sull'arco del portale d'ingresso è ancora visibile l'iscrizione «1591» e nel cortile, normalmente chiuso, sorge una fontana. Notevoli le due finestre ovali che si aprono sul lato del caseggiato.

I forti ottocenteschi del colle di Tenda - Chiunque raggiunga il Colle di Tenda non può che rimanere colpito dalla serie di fortificazioni che costituiva il complesso sistema difensivo eretto lungo il confine italo-francese. Tra il 1881 e il 1895, contemporaneamente alla realizzazione del tunnel stradale, sul Colle e nell'alta Valle Roya fu costruito un massiccio sbarramento fortificato, nell'ambito del sistema di difesa che mirava a proteggere il Piemonte da eventuali assalti nemici e che ha fatto nascere fortificazioni sull'intero tratto alpino e appenninico attorno alla regione. Sul versante italiano, i lavori di costruzione dei forti ebbero inizio verso il 1880 e furono ultimati nell'arco di un decennio. I nomi dei forti stessi sono quanto mai familiari presso i limonesi: dal Forte Alto (o Colle Alto) una strada militare moto ardita raggiungeva a oriente il Forte Taborda (oggi Fort Tabourde) e quasi sulla vetta della cima omonima, il Forte Pepino (Fort de Pèpin), mentre a occidente un altro elegante tracciato conduceva dapprima al Forte Pernante (Fort Pernante) e quindi al Forte Giaura (Fort de Giaure); il Forte Margheria (Fort de la Marguerie) sulla strada per la Baisse de Peyrefique completava il possente sistema difensivo. Sull'altro costone della Valle Roya vennero scavate in seguito, tra il 1938 e 1940, le famose batterie del Balcone di Marta. Limone fu direttamente interessata nella costruzione delle opere fortificatorie, non tanto per l'impiego della manodopera, che veniva reclutata in paesi lontani per motivi di segretezza, quanto per il trasporto di grandi quantitativi di materiale. I sei forti che compongono la cintura fortificata del Colle di Tenda sono accomunati dalle medesime caratteristiche: una costruzione principale, accessibile tramite un ponte levatoio, realizzata in pietra da taglio e terra, ingentilita dal sapiente inserimento decorativo di mattoncini rossi che orlano i margini delle feritoie e delle finestre. Accanto alle opere fortificate sorsero altre strutture destinate a ospitare le numerose truppe, come la caserma sotto il Forte Alto (oggi conosciuta come Forte Centrale) e le caserme in zona Panice dalle quali partiva la teleferica che raggiungeva il Forte Alto per il suo rifornimento. Un così terrificante apparato bellico rimase per "utilizzato, poiché, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, nessun nemico risalì la Valle Roya con l'intento di invadere il territorio piemontese: le costruzioni vennero quindi dismesse allo scoppio della Grande Guerra, quando i loro cannoni furono inviati nel Triveneto. Nell'autunno del 1943, le fortificazioni abbandonate dall'esercito offrirono ai primi partigiani una discreta quantità di armi e munizioni e, occupate dai tedeschi nell'inverno 1944/45, furono al centro di alcune azioni di fuoco. Nel settembre 1947 l'entrata in vigore dei Trattati di Parigi consegnò alla Francia Briga (La Brigue), Tenda (Tende) e l'intera Valle Roya. Nel tracciare la linea di confine, la commissione prestò particolare attenzione a lasciare alla Francia l'intero complesso dei forti, salvando le opere dalla demolizione che lo stesso trattato di pace aveva previsto per tutte le fortificazioni rimaste in Italia. Oggi le montagne che segnano il passaggio dalle Alpi Liguri alle Marittime raccolgono nel loro silenzio le testimonianze di quel passato militare, avvolgendo e neutralizzando nello splendido ambiente naturale gli echi di una vita dura e dolorosa. Nell'ottica di una nuova Europa, i forti assumono un carattere diverso, di memoria e monito: le costruzioni in pietra, con coperture spesso erbose, paiono ben inserirsi nel paesaggio e, insieme agli aperti panorami, rappresentano un motivo d'interesse che spinge l'escursionista a percorrere i sentieri e ciò che resta delle ex strade militari.

Da https://limone-on.com/la-via-del-sale/
Percorso 4 della via del Sale, da
https://limone-on.com/la-via-del-sale/
PERCORSO 4 – BIVIO MONESI/PASSO DI TANARELLO – BAISSE DE SANSON
Vengono proposti due percorsi:
1) Al bivio si prende a destra la strada sterrata che sale, con stretti tornanti, fino al Passo di Tanarello (2042 m). Si percorre la discesa fino al Passo Collardente (1600 m). Al bivio si può prendere sual il lato di destra (versante francese), fresco e ombroso, sia quello di sinistra (versante italiano), su larga strada sterrata resa difficile dal fondo sconnesso, che si ricongiungono in corrispondenza della Baisse de Sanson (1707 m, 1.30 ore).
2) Al bivio Monesi/Passo di Tanarello si imbocca la rotabile di sinistra che scende a Monesi e raggiunge la Colla San Bernardo (1263 m). Si segue la rotabile di destra per salire al Colle del Garezzo (1795 m) e poi ridiscendere fino al Passo della Guardia. Si segue la strada per Collardente e si incontra la Galleria Vesignana, vero e proprio gioiello architettonico. Superata la galleria, si raggiungono, in 2 km, la casermetta della Guardia di Finanza e i casolari di Collardente, nei pressi del confine italo-francese. Superato questo tratto dal fondo stradale assai pietroso, si arriva finalmente alla Baisse de Sanson.

Percorso 5 della via del Sale,
da https://limone-on.com/
la-via-del-sale/
PERCORSO 5 – BAISSE DE SANSON – COLLE MELOSA – VENTIMIGLIA
Dalla Baisse de Sanson si prosegue diritti sulla strada ex militare che si mantiene in quota, fino a un bivio che sale ai ruderi delle sei caserme di Marta e ai vasti pianori sommitali della Cima Marta e delle sue fortificazioni. Dai ruderi delle caserme, l’ampia mulattiera sale leggermente e, raggiunta la quota massima di 1960 m, inizia a scendere, passando nei pressi del Rifugio Grai. Superato uno stretto tornante, ci si dirige verso il fondo del vallone in direzione del bacino, sino a raggiungere l’asfalto nelle vicinanze del Rifugio Allavena, situato in corrispondenza della Colla Melosa (1540 m).
Su strada asfaltata, si raggiunge con dolce pendio la Colla Langan (1127 m), passando nelle vicinanze del Lago Tenarda. Dalla Colla si possono prendere tre direzioni diverse:
- la rotabile a fondo naturale al centro porta al Monte Ceppo e quindi a Baiardo, per poi scendere a Sanremo;
- la strada asfaltata a sinistra scende a Molini di Triora, verso la valle Argentina;
- se si gira a destra, la strada scende con ampi giri, tra castagneti e uliveti, verso Pigna e Ventimiglia.

Percorso meridionale della via Marenga.

Segnavia di legno lungo le
 vie del Sale.
Segnavia - Tutto l'itinerario è caratterizzato da un numero considerevole di pietre a forma di paracarro o cippo: si tratta di pietre miliari o di pietre confinarie.
Pietra confinaria fra Italia
e Francia.
Le pietre miliari, a forma di cippo, sono poste alla distanza di 1 km l'una dall'altra, in ordine crescente a partire da un punto convenzionale, in questo caso il Colle di Tenda. Le pietre confinarie, a differenza di quelle miliari, oltre che a forma di cippo possono essere costituite da una pietra preesistente, purché compatta, su cui è stato inciso il numero. Non esiste una distanza fissa tra una pietra e l'altra perché non sono misure di distanza ma termini di confine di Stato, generalmente posti al vertice di un angolo formato dall'incontro di due segmenti rettilinei di frontiera. Le pietre portano un numero decrescente dal mare al Colle di Tenda e proseguono per tutto l'arco alpino. Il numero, alto circa 9 cm e largo 15 cm, è sempre scolpito sul lato italiano e accompagnato dall'anno di rettifica delle frontiere, che per questa zona è avvenuta nel 1947. Le nuove pietre confinarie portano quasi tutte data a partire dal 1992.


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